Curiosità

La storia del palazzo Montecitorio

Published

on

La denominazione di tale palazzo ha probabilmente origine dallo scarico degli scarti derivanti dalla bonifica di Campo Marzio, i quali scarti, una volta accantonati, hanno costituito una leggera altura (Mons acceptorius). Successivamente, prese il nome di Mons citatorius, ove si svolgevano assemblee elettive.

Innocenzo X

Il palazzo originale fu commissionato da papa Innocenzo X a GianLorenzo Bernini nel 1653 come residenza per la famiglia Ludovisi.

I lavori subirono vari rallentamenti fino ad interrompersi definitivamente nel 1664 causa liti famigliari con il Principe Niccolò Ludovisi, il quale aveva sposato la nipote del papa, Costanza Pamphili.

Dazio Pontificio

Nel 1694 Innocenzo XII assegnò all’architetto Carlo Fontana la prosecuzione dei lavori per poi installarvi il massimo organismo dell’amministrazione della giustizia: la Curia Pontificia (inaugurata nel 1696) ed il Dazio Pontificio.

Governatorato di Roma

Un bassorilievo con l’effigie del Salvatore e l’intestazione «Hospitii apostolici pauperum invalidorum», ricorda che i proventi erano destinati all’ospedale San Michele.

Contestualmente il palazzo divenne anche sede del Governatorato di Roma e della direzione di polizia, assumendo così un ruolo primario nella vita giudiziaria e amministrativa del governo pontificio.

Camera dei deputati

Nel Risorgimento, Palazzo Montecitorio fu espropriato dal Regno d’Italia e destinato a ospitare la Camera dei deputati.

La ristrutturazione necessaria alle nuove esigenze e le modifiche necessarie alle nuove mansioni del palazzo vennero affidate all’ingegnere Paolo Comotto; nel 1871 l’inaugurazione della sala assembleare semicircolare costruita nel cortile, si dimostrò inadeguata per cui nel 1900 si dovette intervenire ulteriormente per adeguare il palazzo alle nuove esigenze.

Lavori di ristrutturazione

I lavori di ristrutturazione furono affidati all’architetto Ernesto Basile, esponente della stagione liberty italiana; fu costruito un nuovo edificio alle spalle dell’originale caratterizzato da quattro torri angolari rivestite in mattoni rossi e travertino. All’interno di questo blocco, Basile collocò l’aula assembleare, illuminata da un immenso lucernario in stile liberty di vetro colorato denominato il Velario di Giovanni Beltrami.

Trasnatlantico

Collaborarono con Basile, Gioacchino Luigi Mellucci, Giuseppe Mannajuolo, e due artisti, Leonardo Bistolfi e Domenico Trentacoste, autori dei gruppi marmorei e della facciata posteriore.

Il grandissimo pannello bronzeo dell’Aula, posto nel diametro dell’emiciclo lato dritto è intitolato: “La glorificazione della dinastia sabauda” ed è opera di Davide Calandra.

A Basile si deve anche il lungo ed imponente salone detto “Transatlantico”, considerato il centro informale della vita politica   italiana.

Exit mobile version