Sicuro di sapere tutto sulla pasta in questione? Ecco 3 cose che probabilmente non sai sui maccheroni.
Noi italiani siamo un tutt’uno con la nostra adorata pasta! Un’invenzione di cui non possiamo che andare fieri e che da sempre abbiamo inserito nella nostra dieta quotidiana. Di formati di pasta ne esistono davvero tantissimi tipi, da quelli più comuni a quelli “di nicchia”, che fanno parte delle cucine regionali. Oggi vogliamo parlarvi di uno dei formati di pasta secca più amati ed utilizzati. Col sugo, in bianco, pasticciati al forno… ecco 3 cose che non sai sui maccheroni!
I maccheroni probabilmente non sono napoletani
Oggi si crede che i maccheroni siano stati inventati a Napoli, invece si hanno notizie certe che le prime “confezioni” di questa pasta siano arrivate prima in Sicilia e poi in Liguria. Attorno agli anni 1000, i Genovesi, grazie ai traffici con l’Oriente, detenevano quasi il monopolio nel commercio del grano nel Mediterraneo. Il nome “maccherone” compare per la prima volta su un documento scritto nel 1279, si trattava di un’inventario di beni appartenenti all’uomo d’arme genovese Ponzio Bastone: “barixella una plena de macharonis”.
Boccaccio cita i maccheroni
Boccaccio cita e descrive i maccheroni nel suo celeberrimo Decamerone, esattamente novella dell’VIII giornata. La cosa curiosa, però, è che lui parla dei “maccheroni” come un formato generico o, forse, intendendo gli gnocchi: “ed eravi una montagna tutta di formaggio parmigiano grattugiato, sopra la quale stavan genti che niuna altra cosa facevan che far maccheroni e raviuoli e cuocergli in brodo di capponi”.
Maccheroni o rigatoni?
proprio come faceva il grande Boccaccio, in alcune parti d’Italia il termine “maccherone” viene utilizzato in modo generale per riferirsi a vari formati di pasta, mentre nel resto della penisola rappresenta una pasta a forma di tubo corto o lungo; spesse volte si intende con questo termine il tipo di pasta “rigatoni”.
L’origine del termine “maccheroni”
Secondo alcuni studi, il termine “maccherone” deriverebbe da “macco”: un’antica purea di legumi che veniva “ammaccata”, schiacciata e ridotta in polvere per ottenerne una farina; proprio come si fa con il frumento.
Maccheroni e legislatura
I maccheroni erano così amati e diffusi già nel nostro passato, che intorno al ‘500 dovette intervenire il legislatore per regolamentarne la produzione e l’utilizzo: per garantire la panificazione era vietato preparare maccheroni e vermicelli in caso di guerra, carestia o cattivo raccolto.
Il genere letterario dei maccheroni
I maccheroni oltre ad essere amatissimi in cucina, sono stati talmente famosi da dare origine addirittura ad un genere letterario. Infatti, sempre nel ‘500, venne dato avvio dal mantovano Teofilo Folengo al latino maccheronico: un genere letterario che mescolava la pomposità della lingua latina usata dai dotti e dai potenti con l’irriverenza e la schiettezza di fatti e racconti popolareschi, simboleggiati appunto dai maccheroni. Interessante, vero?