Connect with us

Stile di Vita

Chi è la vera Anna Delvey e perché ha ispirato una serie TV

Published

on

Anna Sorokin

Anna Sorokina, poi Anna Sorokin e infine Anna Delvey. Poco importa il suo vero nome: quel che conta è la truffa ben orchestrata che ha messo in atto, avvicinandosi pericolosamente al traguardo. Il suo sogno era di aprire un circolo elitario destinato soltanto ai più facoltosi. Ha sempre finto di essere un'ereditiera e nessuno ha mai dubitato del suo benestare, neanche quando ha finto di smarrire carte di credito e di avere problemi con la banca. La sua è una storia che ha fatto il giro del mondo e il merito va ad una giornalista, che ha smascherato il suo progetto e l'ha denunciato su carta. E da quella storia è nata una serie TV, intitolata Inventing Anna, arrivata su Netflix grazie a Shonda Rhimes.

Anna Sorokin
Crediti: theannadelvey/Instagram

Chi è la vera Anna Delvey

Anna Delvey non esiste. È un'identità fittizia che Anna Sorokina, diventata poi Sorokin, ha creato per lasciarsi alle spalle una vita di privazioni, cedendo il posto ad un'ambizione senza fine. Anna è la figlia di un camionista russo che ha deciso di trasferire l'intera famiglia in Germania andando in cerca di fortuna. Anna è quasi un'adolescente quando arriva nella piccola cittadina tedesca e capisce sin da subito la sua priorità: costruire le basi per un futuro solido e radioso, come quello delle riviste patinate.

Sogna la fama, lo sfarzo, di apparire tra le pagine di Elle, Vogue, Vanity Fair. Desidera avere un nome importante, di figurare tra quelli che contano. Ma le sue umili origini non glielo permettono. Così, dopo il liceo, Anna convince i genitori a mandarla a Londra per studiare presso la prestigiosa scuola del Central Saint Martin. Quel progetto purtroppo non va in porto perché Anna non ha mai ricevuto la borsa di studio che avrebbe dovuto sostenere quel tenore di vita.

Così ripiega su Parigi, dove entra come stagista nella redazione glamour di Purple. Anna ha appena compiuto vent'anni, ha tutta la vita davanti e capisce in quel momento di non poter più essere legata al suo passato. Perché non inventare un'identità nuova di zecca? Una più fortunata, più radiosa, più benestante. Perché non creare un'ereditiera con un fondo da 60 milioni di dollari, ai quali potrà accedere soltanto quando compirà 26 anni? Una delle tante bugie che l'hanno aiutata a creare una vita parallela, dove suo padre non è un camionista ma un magnate russo.

Anna Delvey

Com'è iniziata la truffa

Grazie all'esperienza parigina, Anna dimentica Sorokin e diventa ufficialmente Delvey. Scova gli agganci più utili e cerca di allestire un guardaroba degno di un'ereditiera, ricavando capi pregiati da negozi dell'usato e partecipando alle Fashion Week. E, una volta ottenuta una ricca rete di conoscenze, capisce di avere una chance soltanto oltreoceano. Per questo sceglie come destinazione New York, la città dove tutto è possibile, persino spacciarsi per un'ereditiera russa. Una menzogna che Anna ha portato avanti per anni, prima di essere scoperta.

Dopo tre anni di continui sotterfugi, il castello di carte di Anna inizia a crollare nel momento in cui soggiorna presso l'11 Howard. L'hotel in Soho l'ha accolta per svariati mesi e nessuno, in un primo momento, ha pensato di chiederle una carta di credito. Del resto, l'ereditiera russa ha cercato di sopprimere il dubbio distribuendo mance da cento dollari a chiunque si dimostrasse collaborativo. È così che ha conosciuto Neff Davis, concierge dell'hotel sua coetanea che l'ha aiutata ad entrare nella rete vip newyorkese.

Neff non ha mai dubitato della sua amica, ha sempre creduto che fosse davvero ricca. Anna, in realtà, ha mosso sin da subito i fili della sua truffa, stringendo accordi con le banche per ottenere prestiti. Il suo garante? Mr. Henneke, ufficialmente l'amministratore della famiglia Delvey; ufficiosamente, una figura inventata da Anna per pararsi le spalle.

Anna Delvey

La Anna Delvey Foundation

Il sogno di Anna Delvey è essere famosa e, per diventarlo, ha in mente un progetto ambizioso, degno di una (finta) ereditiera. Vuole creare un circolo d'élite, destinato a nomi di prestigio, e ha persino scelto la sede perfetta, un palazzo storico della Church Mission House collocato su Park Avenue e in possesso di Aby Rosen. La Anna Delvey Foundation è un progetto ambizioso che richiede un'ingente quantità di denaro per essere finanziato, ma Anna non accetta mai un no come risposta ed è determinata a raggiungere il proprio obiettivo a discapito di chiunque.

Riesce a sedurre il proprietario della location, conquista nomi importanti come l'albergatore André Balasz, si assicura il coinvolgimento di uno chef stellato per la realizzazione del ristorante e infine punta alle banche. Continua a sostenere di avere un fondo fiduciario di 60 milioni di dollari, intoccabili finché non compirà 26 anni. E, falsificando i documenti bancari, Anna Delvey riesce a truffare uno dopo l'altro chiunque le capiti sotto tiro. Ristoranti, hotel, boutique di alta moda, taxi e viaggi: non ha mai cacciato un dollaro di tasca sua, trovando sempre chi pagasse per lei o fingendo d'inviare bonifici poi mai arrivati a destinazione. In molti hanno soppresso il sospetto di una truffa, forse perché era sufficiente credere alla bugia della bella ereditiera europea piuttosto che alla dura verità.

Anna Delvey

Fine dei giochi: si scopre la bugia

L'anno in cui Anna Delvey inizia a perdere colpi è il 2017. Mentre cerca di portare a termine gli accordi per il suo club esclusivo, soggiorna presso l'11 Howard dove stringe amicizia con Neff. Ed è proprio quest'ultima a rendersi conto che qualcosa non va. Le due amiche vanno a cena fuori e, a fine serata, tutte le carte dell'ereditiera sembrano non funzionare. Neff è costretta a saldare il conto salato ed è tormentata da quella vicenda. Il giorno seguente Anna viene cacciata dall'hotel poiché il suo debito è arrivato a 30.000 dollari ma, prima di andare via, rimborsa Neff della cena.

Quello non è stato l'unico episodio di truffa ai danni delle sue amiche più strette. Rachel Williams, foto reporter di Vanity Fair, l'ha accompagnata in vacanza in Marocco e si è ritrovata a dover saldare un debito di 62.000 dollari a causa delle menzogne di Anna. Anche di ritorno dalla vacanza, Rachel ha cercato in ogni modo di riavere i suoi soldi indietro, ma il massimo che ha ottenuto in cambio è stato 5.000 dollari sul conto. La finta ereditiera si giustificava dietro ipotetici bonifici inviati a suo favore, ma Rachel non ha mai ricevuto nulla.

Anche la sua personal trainer ha dovuto pagarle un biglietto aereo - in prima classe - dal Marocco a New York, mettendo fine ad una tragica vacanza che ha distrutto la debole rete d'amicizie di Anna Delvey. Dopo quell'episodio, infatti, Rachel ha fatto di tutto pur di smascherarla. La sua credibilità da ereditiera tedesca ha iniziato a vacillare e Anna ha cercato riparo a Los Angeles. È stata arrestata a Malibu poiché accusata di avere un debito di oltre 300 mila dollari.

Anna Sorokin

Il processo e la condanna

La storia di Anna Delvey è stata portata alla luce da Jessica Pressler, una giornalista che ha deciso di raccontare della finta ereditiera per conto del New York Magazine. A soli 26 anni, è stata accusata di frode e malversazione poiché, una dopo l'altra, sono spuntate le denunce da parte di hotel, ristoranti e persone vicine. Il processo è iniziato nel 2019 e ha ottenuto un forte riscontro mediatico poiché Anna non ha mai rinunciato alla provocazione, indossando abiti griffati per ogni apparizione in tribunale. Non a caso, in quel periodo è stato anche lanciato un account Instagram dedicato ai suoi outfit. L'esperienza in prigione non sembra averla scalfita, poiché l'ha definito "un esperimento sociale". Presto è arrivata anche la condanna, da quattro a dodici anni di reclusione. Ma, per buona condotta, Anna ha lasciato la prigione l'11 febbraio 2021.

Inventing Anna

Dalla sua storia arriva Inventing Anna

Sin dall'inizio, il piano di Anna Delvey era ben preciso: diventare famosa no matter what. E, in fin dei conti, possiamo dire che ci è riuscita perché la sua storia, oltre ad aver catturato all'epoca interesse mediatico, ha persino coinvolto Shonda Rhimes, una delle autrici più amate della televisione degli ultimi anni. Dopo i successi di Grey's Anatomy, Scandal e How To Get Away With Murder, Shonda ha stretto un accordo con Netflix realizzando dapprima Bridgerton e poi Inventing Anna. Si racconta che, per acquisire i diritti della storia, Shondaland abbia versato 320mila dollari ad Anna Delvey. E che, da quella cifra, la finta ereditiera abbia poi dovuto prelevare la somma per risarcire le banche per un importo pari a 199mila dollari, così come 24mila dollari di multe statali e circa 75mila per spese legali.

La miniserie, composta da nove episodi, racconta una storia vera destinata a diventare nota anche al resto del mondo. Oltre ad Inventing Anna, la sua truffa è stata protagonista anche di un libro scritto dalla sua ex amica Rachel Williams intitolato semplicemente My Friend Anna. HBO, invece, ha deciso di realizzarne una docu-serie. Eppure tutto è partito da un singolo articolo di giornale scritto da Jessica Plesser e intitolato "Come Anna (Sorokin) Delvey ha ingannato la gente di New York". Nella serie TV, la giornalista in questione si chiama invece Vivian Kent e lavora per il Manhattan Magazine.

Julia Garner

Julia Garner la interpreta su Netflix

Su Netflix, Anna Delvey ha le fattezze di Julia Garner. L'attrice ha appena 28 anni e, di recente, ha conquistato la critica per il suo ruolo in Ozark. Ma Shonda Rhimes l'ha voluta fortemente come protagonista di Inventing Anna, un ruolo difficile che le ha permesso di affrontare la paura di fallire, ben nota alla Anna della vita reale. Come ha raccontato a Vanity Fair, Inventing Anna parla "di lotta per l'identità, soprattutto quella individuale. Posso parlare al posto di Anna, soprattutto della paura di fallire che aveva. E più che paura di fallire, era la paura di essere rifiutata. Le persone hanno paura del rifiuto da parte degli altri, oggi più che mai, e tutto dipende dal numero di "mi piace" che ottengono".

Vincitrice di un Emmy Awards, Julia Garner aveva già sentito parlare di Anna Sorokin, la truffatrice tedesca protagonista di un articolo sul New York Magazine. Nel 2018, quand'era scoppiato il suo caso, l'attrice era convinta che quella storia si prestasse benissimo al piccolo schermo e, nell'arco di pochi anni, quell'ipotesi è diventata realtà grazie all'interesse di Shonda Rhimes. Ma, come specifica Insider, mentre alcuni personaggi sono realmente esistiti, altri sono frutto di fantasia. Per entrare al meglio nel ruolo, Julia Garner ha visitato Anna Sorokin in prigione, anche per allenarsi sul finto accento russo. E, avendo avuto modo di conoscerla, l'attrice è convinta di una cosa: "Non aveva intenzione di non pagare quelle persone, non ha potuto farlo perché era a corto di soldi. Credo che ne fosse anche delusa in un certo senso".

Pagine: 1 2 3 4 5 6 7 8 9