Curiosità
7 effetti della Guerra in Ucraina
La guerra in Ucraina “avrà severe conseguenze economiche per l’Europa, avendola colpita quando la ripresa dalla pandemia era ancora incompleta“. Così il Fondo Monetario Internazionale (FMI) ha sottolineato nei giorni scorsi come con la guerra siano “emersi nuovi rischi“. “Quello più preoccupante – ha proseguito – è un repentino stop dei flussi di energia dalla Russia, che causerebbe significative perdite per molte economie“. L’ FMI ha poi precisato che per “alcune delle più grandi economie europee come Francia, Germania, Regno Unito e Italia” è prevista “una crescita trimestrale molto debole o negativa alla metà del 2022“. L’organismo con sede a Washington ha specificato che questa “battuta d’arresto della ripresa è nascosta nelle previsioni di crescita annuali“.
Guerra, minore ricchezza
Queste ultime risentono del rimbalzo del 2021. Il Fondo ha fatto una previsione per l’Italia di un Pil a +2,3% quest’anno, +1,7% nel 2023 e +1,3% nel 2024. Si tratta di valori incapaci di compensare appieno quanto perduto dall’economia italiana a causa della pandemia di Covid, nel corso degli ultimi due anni. A parziale consolazione, le dichiarazioni del responsabile del Dipartimento europeo del FMI, Alfred Kammer. Secondo l’alto funzionario, infatti, malgrado la guerra in Ucraina e i suoi effetti a catene sulle società europee, i dati del Pil per Francia, Germania, Regno Unito e Italia risentono positivamente “della forte spinta ereditata dal 2021“.
Embargo al gas e Pil
Kammer ha poi commentato l’ipotesi di un embargo totale al gas russo. In un’eventualità del del genere cosa potrebbe accadere? Al FMI ipotizzano un calo del -3% del Prodotto interno lordo dell’Unione europea. Particolarmente colpiti i paesi più dipendenti dall’energia russa, tra i quali l’Italia. Il nostro Paese subirebbe un “impatto più forte” dall’inasprimento delle sanzioni contro l’import di energia da Mosca. Tuttavia, ha precisato il direttore del Dipartimento europeo del Fondo, “stiamo vedendo che si stanno prendendo misure, anche in Italia, sul fronte dell’approvvigionamento energetico“. Roma “sta cercando di ridurre la domanda di energia, con misure ad esempio sull’utilizzo di aria condizionata“. L’invito di Alfred Kammer è quello di “creare dei piani se si verificasse” un embargo totale al gas russo “in modo da limitare i danni all’economia“.
Guerra e globalizzazione
Il 22 aprile il Governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, è intervenuto alla riunione del Development Committee della Banca mondiale e del Fondo Monetario Internazionale. A conclusione del suo discorso si è soffermato sul ‘dividendo della pace‘ seguito alla fine della Guerra Fredda, trent’anni fa. La guerra in Ucraina, ha affermato Visco, rappresenta “un cambiamento profondo e drammatico” che rischia di interrompere il processo di convergenza economica fra molti paesi. Un fenomeno che era emerso con la globalizzazione dopo il crollo del Muro di Berlino. E che, cessato o quantomeno interrotto, potrebbe portare a “diversi equilibri difficili da prevedere oggi“. Per il Governatore i livelli di globalizzazione e di processo tecnologico di prima della pandemia avevano “facilitato una forte riduzione della povertà“. Pur se con significative perdite di sicurezza nel lavoro e nel welfare da correggere. La pandemia di Covid prima e la guerra tra Russia e Ucraina poi hanno messo a rischio questo processo. Tuttavia, ha concluso Ignazio Visco, “la comunità globale può promuovere una fruttuosa collaborazione nell’ambito di una cornice multilaterale“.
Le sanzioni viste da Mosca
A fronte del punto di vista dell’Occidente sulla guerra in Ucraina e sulle sue conseguenze economiche per l’Europa e per la globalizzazione, qual è il punto di vista della Russia? Secondo Putin l’Occidente, stabilendo successivi pacchetti di sanzioni economiche contro Mosca, ha lanciato una “blitzkrieg (guerra lampo, ndr.) economica“. Ma si tratta di un progetto che “è fallito“. Mentre le sanzioni starebbero già provocando “un declino negli standard di vita” nei paesi europei.
Nabiullina e la guerra
Queste affermazioni sono in realtà apparse essere acqua sul fuoco. A seguito dell’allarme che il 18 aprile la Governatrice della Banca centrale russa, Ėl’vira Sachipzadovna Nabiullina, ha lanciato circa le condizioni dell’economia russa. Una riflessione a quasi due mesi dall’invasione dell’Ucraina. Secondo Nabiullina la Banca centrale “può disporre delle sue riserve composte da oro, yuan e altri asset”. Valori “non esposti ai rischi legati alle sanzioni“. Tuttavia, ha precisato, “il periodo in cui l’economia può vivere sulle scorte è limitato“. Le valutazioni della donna che dal 2013 guida il più importante istituto di credito del paese sono state fatte alla Duma, il Parlamento russo. Tre giorni più tardi, il 21aprile, la Duma ha riconfermato – su proposta di Putin – la banchiera centrale alla testa dell’istituto fino al 2027. In quell’occasione Nabiullina ha dichiarato che la Russia “non corre alcun rischio di default“, come invece ritiene l’Occidente. E ciò perché “ha tutte le risorse finanziarie” per far fronte ai suo impegni. Tuttavia nel suo discorso del 18 aprile la Governatrice aveva ammesso la durezza delle sanzioni dell’Occidente per l’attacco all’Ucraina. “Hanno colpito in un primo momento il mercato finanziario anche se ora avranno un impatto più forte sull’economia“.
“Cambiamenti forti“
La Governatrice ha sottolineato come la banca centrale di Mosca “non proverà ad abbassare l’inflazione a ogni costo”. Questo “limiterebbe l’adattamento dell’economia” alla nuova situazione delle sanzioni. La Russia dovrà invece affrontare “cambiamenti strutturali della sua economia“. Ma anche del modello di business. Il tutto per rispondere alle sanzioni. Le aziende russe dovranno adattarsi. “I problemi principali riguarderanno le restrizioni sulle importazioni e alla logistica del commercio estero“. Inoltre “i produttori russi dovranno cercare nuovi partner, una nuova logistica o passare alla produzione di prodotti delle generazioni precedenti“. Ma “per tutto questo ci vorrà tempo“.
Putin: “Sanzioni autogol“
Secondo Putin, però, le misure economiche restrittive che l’Occidente ha imposto alla Russia in seguito all’aggressione militare dell’Ucraina sono “un autogol“. Il presidente sostiene che “l’inflazione e i prezzi al dettaglio si stanno stabilizzando” anche se, “ovviamente, il principale fattore negativo per l’economia è stata la pressione delle sanzioni“. Tuttavia, è il ragionamento, l’obiettivo delle sanzioni occidentali era quello di “intaccare rapidamente la situazione finanziaria ed economica del nostro Paese, provocare il panico nei mercati, il crollo di sistema bancario, una carenza su larga scala di merci nei negozi. Ma possiamo già affermare con sicurezza che una simile politica nei confronti della Russia è fallita“. In ogni caso per Putin Mosca deve “accelerare” il passaggio al rublo e alle valute di altri paesi, nel “commercio con l’estero” e bisogna fornire la “massima assistenza agli imprenditori che hanno incontrato difficoltà a causa delle sanzioni“.