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Scienza

Le pandemie e le epidemie della storia prima del Covid-19

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Sono trascorsi circa due anni da quando sentiamo quotidianamente parlare di pandemia, focolai e vaccini. Questo perché il Covid-19 è entrato prepotentemente nelle nostre vite e ci ha posti di fronte a una condizione del tutto nuova, a noi totalmente sconosciuta, ma ben nota alla storia. Nel corso dei secoli sono state numerose le epidemie e le pandemie che hanno messo in ginocchio il mondo provocando morti, disoccupazione, miseria e dolore. L'intento di questo elenco è passare in rassegna gli eventi storici che hanno connotato il passato del pianeta e che presentano diversi punti in comune con la situazione pandemica in essere. La storia ci racconta che ognuno di questi avvenimenti ha necessitato di diversi anni per essere debellato, che purtroppo non è semplice combattere la diffusione di un virus; ma, allo stesso tempo, ci insegna anche che è possibile uscirne. Dunque c'è un monito di speranza.

VAIOLO

Il vaiolo, come molti virus, ha mietuto numerose vittime. Bisogna andare di alcuni secoli a ritroso nel tempo per capirne l'incidenza. Si tratta di una malattia letale, o meglio agli inizi rappresentava una malattia da cui era difficile salvarsi, dipendeva dalla risposta immunitaria dell'organismo. Anche chi riusciva a sopravvivere si portava dietro strascichi dolorosi e permanenti. Questo virus esiste ancora conservato in provetta, tuttavia ha provocato centinaia di migliaia di morti durante tra il 1400 e il 1900. Il vaccino per il vaiolo è arrivato solo nel 1978 ed è stato introdotto da Edward Jenner, medico e naturalista inglese. Jenner aveva notato che allevatori e mungitrici se avevano contratto il vaiolo, non se ne ammalavano più. Testò quindi la sua teoria secondo la quale inoculando il vaiolo bovino si poteva contrastare quello umano. I suoi studi portano poi effettivamente a risultati soddisfacenti. Dunque fu la scoperta di un vaccino a contrastare in maniera poderosa la diffusione del virus.

MORBILLO

Si tratta di una malattia esantematica molto contagiosa che può arrivare a portare diverse problematiche anche gravi come la perdita dell'udito, della vista, danni celebrali e, in extremis, la morte. Quello del morbillo è un virus antichissimo, scoperto nell'anno 500 d.c.; nel corso dei secoli ha causato la morte di milioni di persone, si stima che dal 1855 al 2005, siano state circa duecento milioni le vittime di questa malattia. Attualmente è ancora esistente e resistente e le epidemie causate dal morbillo sono decisamente numerose; sono diversi i focolai evidenziati anche negli anni dieci del 2000. Ad ogni modo, anche per questo virus esiste una forma di prevenzione: il vaccino. Si inocula nei bambini molto piccoli - tra i dodici e i quindici mesi di vita -, in modo che possano sviluppare gli anticorpi. Si tratta di un vaccino MPR che ha lo scopo di immunizzare contro la malattia. Il siero è disponibile dagli inizi degli anni '60 del ventesimo secolo ed è stato sviluppato da Maurice Hilleman per la Merck&Company. La maggior parte dei focolai segnalati negli ultimi vent'anni riguardavano per la maggiore persone non immunizzate.

SPAGNOLA

Quella dell'influenza spagnola è stata registrata come pandemia influenzale che ha portato dal 1918 al 1920 alla morte di oltre cinquanta milioni di persone per ben cinquecento milioni di casi accertati. Viene definita spagnola perché furono i media iberici dell'epoca a riportare per primi la notizia di un virus mortale che stava contagiando centinaia di migliaia di persone. Il virus causò più vittime della famigerata peste nera e per questo il biennio è stato ricordato, fino almeno al 2019, come il biennio della pandemia più mortale attraversato dal pianeta terra. I primi a cadere furono gli anziani, esattamente come purtroppo è accaduto a cavallo tra il 2019 e il 2020 a causa del covid-19; diversi studi recenti hanno accertato che il tasso di mortalità così elevato era frutto di una concomitanza di eventi, quali: la guerra e tutto ciò che ne deriva, una situazione climatica favorevole alla diffusione del virus e il sovraffollamento delle strutture ospedaliere. Esistono altri punti di contatto con il coronavirus, come la sintomatologia: difficoltà respiratorie e febbre altissima. Alcune ricostruzioni dell'evento hanno distinto tre diverse ondate; in determinati casi la diffusione della malattia si acuiva con l'arrivo della stagione invernali, in altri non seguiva un andamento preciso. Determinare come e quando sia davvero terminata la pandemia da spagnola non è semplice, anche perché come abbiamo già riferito il virus si è diffuso durante il periodo bellico; pertanto, terminate le ostilità, il mondo sembrò rasserenarsi e si entrò in uno stato, anche di salute, più felice. Ad ogni modo, la situazione pandemica si è risolta quando la malattia è diventata prevedibile e gestibile.

PESTE

Per raccontare il dramma della pandemia dettata dalla peste nera bisogna fare un salto temporale al 1300. La malattia si è dapprima diffusa in Mongolia, Cina e Siria per poi arrivare in Turchia e in Sicilia. Tutti gli studi approntati in merito concordano che il virus veniva trasferito dall'animale all'uomo, nel caso specifico dal ratto, o meglio dalle pulci del ratto. Quindi una malattia che ha avuto origine soprattutto per la scarsa igiene dell'epoca e che ha trovato un terreno fertile per svilupparsi e mietere oltre venti milioni di vittime in tutto il mondo in quegli anni; poi ne seguirono altre nei secoli successivi, scandagliate per il mondo. Ricordiamo che all'epoca la popolazione mondiale era formata di circa 500 milioni di persone. Quanto ai sintomi, sappiamo che la peste portava non solo alla comparsa di escrescenze come bubboni e sfoghi raccapriccianti sulla pelle, ma anche a difficoltà respiratorie importanti, febbri altissime e mal di testa insopportabili. Oggi, in piena pandemia, pensiamo di vivere un evento unico: sono nati movimenti negazionisti, no vax, cospirazionisti. Il mondo della cultura ha valicato nuovi orizzonti, dando vita a eventi e manifesti. Tuttavia, questo tipo di reazione al virus non è un fatto di cui possiamo definirci "primi". Quando la peste divenne un pericolo conclamato molti iniziarono a pensare che la diffusione fosse avvenuta per mano degli ebrei e furono attuate violentissime persecuzioni; altri ritennero che fosse un volere divino pertanto fondarono delle religioni. Autori e letterati iniziarono a raccontare la quotidianità della malattia e trassero spunti immortali, si veda il Decameron di Boccaccio. Insomma, è la storia che, seppur in forme differenti, ha la capacità di ripetersi, sempre. La peste è stata debellata poco prima del 1900; è andata avanti per secoli a diverse ondate che potevano avere la durata di anni.

L'INFLUENZA DI HONG KONG

Si tratta di una delle pandemie influenzali più complesse del '900. La diffusione dell'influenza è partita nel 1968 dal centro di Hong Kong per poi dilagare negli USA e nel resto del mondo. Si tratta di un'influenza aviaria, simile a quella asiatica del 1957. Si stima che i morti per mano del virus siano circa tre o quattro milioni; la pandemia ebbe fine nel 1972, ed è stata caratterizzata da diverse ondate. In Italia, nel 1970, morirono circa venti mila persone per l'influenza di Hong Kong che venne poi definita influenza spaziale. A renderla così letale era la polmonite a cui si andava soggetti. Giovanni Maga, direttore dell'Istituto di Genetica Molecolare del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Pavia ha riferito all'Agi: È stata la terza pandemia del Ventesimo secolo, dopo l'influenza Spagnola del 1918 e l'influenza Asiatica degli anni '50. La causa della pandemia del 1968 era il virus influenzale di tipo A-H3N2, lo stesso che da allora circola come virus stagionale e che quindi ci ritroviamo in tutte le stagioni influenzali. La letalità di questo virus era moderata anche se con delle differenze importanti: in Europa meno intensa che negli Stati Uniti. Si calcola che in Italia, nel 1968-1969 abbia causato circa 20 mila decessi". Anche in questo caso, sono stati necessari diversi anni per conoscere il virus ed essere in grado di fermarne la diffusione.

INFLUENZA SUINA

Il virus H1N1, noto a tutti come influenza suina, ha dato vita a una pandemia alcuni anni fa tra il 2009 e il 2010. Molti ricorderanno che la malattia si trasferiva da per via aerea, come ad esempio con un colpo di tosse, o toccando una superficie che era venuta a contatto con il virus, caratteristiche di cui siamo ampiamente a conoscenza, considerata l'esperienza acquisita con il coronavirus. Ad ogni modo, a livello sintomatico, si riconosceva l'H1N1 perché portava innalzamento della temperatura improvviso, tosse forte, mancanza di sonno e appetito, nonché nausea e mal di pancia. D'altra parte, fu proprio una variante di questo ceppo a decretare l'influenza spagnola di cui abbiamo già parlato. Comunque, all'epoca, si invitavano le persone a igienizzarsi costantemente le mani, a coprire il naso con un braccio se raffreddati e disinfettare oggetti che potevano essere stati a contatto con persone contagiate. Non ebbe la stessa incidenza del covid e la durata fu inferiore, ma il mondo si spaventò.

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